Sconto ex L. 296/2006: anche la Corte d'Appello lo dichiara illegittimo

Proseguono le azioni intentate da questo Studio per il recupero dello sconto, imposto dalla Finanziaria 2007 alle strutture private accreditate, applicato sulle tariffe di prestazioni di diagnostica di laboratorio nella misura del 20%, ed alle tariffe di tutte le altre prestazioni specialistiche nella misura del 2%.

Il Tribunale di Roma, con un orientamento sostanzialmente univoco, ha accolto i ricorsi presentati dalle strutture, individuando l'illegittimità dell'operato della P.A. nell'applicazione della suddetta percentuale di abbattimento oltre l'anno 2009, in assenza di proroghe normative e di determinazioni regionali a copertura di tale applicazione oltre il triennio stabilito nella Finanziaria 2007.

La questione è approdata dinanzi alla Corte d'Appello di Roma, a seguito dell'impugnazione delle ordinanze rese dal Tribunale da parte delle AA.SS.LL. e della Regione Lazio.

La Corte d'Appello, cui è stata richiesta la sospensione dell'efficacia esecutiva della pronuncia di primo grado, si è pronunciata rigettando la sospensiva, sulla scorta di una palese ragionevolezza del rpovvedimento del Tribunale, che correttamente ha determinato l'illegittimità dell'applicazione dello sconto oltre il periodo stabilito dalla Legge Nazionale.

Le azioni, dunque, continuano.

Per chiunque fosse interessato, lo Studio è a disposizione per una valutazione della fattibilità del ricorso.

Tariffe prestazioni sanitarie: la Commissione sta operando

L'annosa questione delle tariffe delle prestazioni sanitarie è attualmente al vaglio di una Commissione permanente di revisione, fortemente voluta dalle Associazioni di categoria, cui si è finalmente pervenuti dopo l'ennesima battaglia legale.

A seguito, infatti, di diffide, e di un ricorso presentato da questo Studio avverso il silenzio del Ministero circa la nomina di apposita Commissione di revisione, il Ministero ha finalmente provveduto ad avviare la revisione.

Siamo in attesa degli esiti, anche in considerazione del fatto che la proroga, disposta con l'ultimo "decreto milleproroghe" scadrà il prossimo 30 settembre, per le strutture di laboratorio. 

Enpam: la Cassazione accoglie ricorso dell'Ente

Mala tempora currunt.

L'annosa questione del pagamento all'Enpam di una ulteriore percentuale, versata dalla Società accreditata, sulla base del fatturato prodotto nei confronti del S.S.N. ha trovato una definizione in sede di legittimità, purtroppo a tutto svantaggio delle strutture accreditate.

La Corte d'Appello di Roma aveva accolto l'appello proposto da molte strutture, che si sono rivolte al nostro Studio e ad altri Studi legali per trovare giustizia in ordine ad un'applicazione del tutto errata della norma da parte dell'Enpam.

Il Tribunale del primo grado aveva, infatti, rigettato le opposizioni ai decreti ingiuntivi, emessi ai danni dei nostri clienti, sulla scorta della correttezza dei conteggi, svolti dall'Ente, secondo il quale la famigerata percentuale doveva essere applicata su tutta la parte del fatturato prodotto in favore del S.S.N., e non sui compensi, percepiti dai medici in collaborazione libero professionale con le strutture, come avevamo sostenuto nell'opposizione.

La Corte d'Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado, statuendo come "detta percentuale da versare a titolo di contributo previdenziale deve essere commisurata ai compensi liquidati a favore dei professionisti medici per le prestazioni effettivamente rese in regime di collaborazione libero professionale con le società di capitali titolari delle strutture e dei rapporti di accreditamento con il SSN, e condanna l'appellante al pagamento di tali importi, oltre sanzioni ex art. 116, comma 8, lett b), Legge 388/2000".

l'Ente ha, ovviamente, investito della questione la Corte di Cassiazione, che con una pronuncia francamente non condivisibile, ha rimesso la questione dinanzi alla Corte d'Appello, stabilito il principio di diritto in base al quale la base su cui calcolare la percentuale di contribuzione deve essere il fatturato attinente alle prestazioni rese dalla struttura accreditata in favore del S.S.N., con buona pace dell'apporto organizzativo di tutte le altre, e spesso ben più numerose dei medici, figure professionali. 

Annullata la D.G.R. n. 436/2007

Il T.A.R. del Lazio, con la sentenza n. 7795/2012 emessa il 14 settembre, annulla il budget dell'anno 2007 per tutti i ricorrenti che hanno partecipato al ricorso. 

La notizia si rivela positiva per tutte le Società che hanno intrapreso il recupero delle somme relative all'anno 2007, stroncando le difese regionali che, in sede di opposizione, hanno eccepito la mancata partecipazione delle istanti al ricorso avverso la D.G.R. n. 436/2007.

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Consiglio di Stato: stop al "turismo sanitario della Campania".

Inaccettabile la sentenza dei Giudici di Palazzo Spada, che riforma la pronuncia del T.A.R. Campania sul Decreto Commissariale n. 156/2012.

Detto Decreto impone, per alcuni interventi, consaiderati ad alto rischio di inappropriatezza, la preventiva autorizzazione da parte delle AA.SS.LL. per i cittadini campani che vogliono rivolgersi a strutture, pubbliche o private accreditate, ubicate nelle Regioni c.d. limitrofe, tra cui il Lazio.

Il provvedimento regionale ostacola, dunque, la libertà di scelta dell'utente circa il luogo di cura ed il medico, sulla scorta del disavanzo sanitario in cui si trova la Regione Campania, che sborserebbe, a detta dal Commissario Caldoro, somme insostenibili a causa della mobilità sanitaria.

Tuttavia, come denunciato dalle strutture laziali che hanno proposto ricorso al T.A.R. Campania (vincendo il primo grado di giudizio), tale provvedimento è stato emesso senza alcun preventivo accordo interregionale ed ha penalizzato solo le Regioni confinanti, lasciando inalterato il flusso di pazienti diretti verso altre Regioni.

Il Consiglio di Stato ha utilizzato termini del tutto inopportuni per giustificare l'operato del Commissario, senza considerare l'evidente violazione del diritto, costituzionalmente garantito, alla libertà di scelta del cittadino.

Siamo pronti a rivolgerci alla Corte Europea per censurare questo scempio.

Pubblichiamo, sul punto, l'articolo comparso su "Il Mattino" di Napoli, a firma dell'ottimo Gerardo Ausiello, che ben ha sintetizzato l'indignazione in noi suscitata dalla pronuncia del Consiglio di Stato 

  • 02/05/2024 20:42
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